“Il Doctor Orangutan, suppongo”

Giugno 2024              SPIGOLATURE                 A cura di Livio Carati

 

 

In un recente articolo apparso su Nature è riportato una storia che mi ha ricordato la famosa frase    pronunciata dal giornalista Stanley quando, il 10 novembre 1871 sulle  rive del lago Tanganika , incontrò il dottor  Livingstone .   Nel giugno 2022 un team di ricercatori che stavano studiando gli oranghi nelle foreste dell’isola di Sumatra (Indonesia) , ha osservato il comportamento di un esemplare adulto di circa 30 anni, Rakus, come era affettuosamente chiamato, visto che era   conosciuto e studiato dal 2009, che presentava una brutta ferita al viso sotto l’occhio destro. La cosa straordinaria è che l’orango decide di curarsi da solo. Coglie alcune foglie di una pianta, la Fibraurea tinctoria , chiamata “akar kuning”  , già nota per le sue proprietà medicinali dalle popolazioni indigene che la utilizzano nella loro medicina tradizionale. Gli studiosi, sorpresi e ammirati, osservano Rakus che mastica le foglie fino a formare una poltiglia che poi applica sulla ferita, ripetendo il processo per diversi minuti. Questa automedicazione potrebbe sembrare banale, ma Rakus non è un esploratore perduto nella giungla come il dottor Livingstone , bensì è un orango. Non è chiaro come sia rimasto ferito , ma una delle ipotesi più probabili è una caduta perché gli oranghi trascorrono la vita sugli alberi ed è comune che occasionalmente cadano ;  o forse Rakus ha avuto una rissa con un altro orango per  la  difesa  del territorio . I ricercatori hanno osservato la ferita il 22 giugno 2022. Tre giorni dopo Rakus ha iniziato il trattamento. Il fatto che questa pianta venga consumata raramente dagli oranghi, che la preparazione dell’impiastro abbia richiesto un tempo insolitamente lungo e che la scimmia abbia curato la sua ferita a più riprese, indicano, secondo i ricercatori, che questa operazione era intenzionale e che Rakus aveva applicato questa “medicina” sulla sua ferita “consapevolmente”.  È importante notare che ha applicato l’impiastro solo sulla ferita e in nessun’altra parte del suo corpo. Prima di applicarla, l’orango ha masticato le foglie di akar kuning per oltre 30 minuti alternando la   masticazione e l’applicazione topica. È stato anche osservato che ha riposato più del solito durante il recupero, quasi come una forma di convalescenza. La cura utilizzata da Rakus sembra essere stata particolarmente efficace perché pochi giorni dopo i ricercatori hanno osservato che la ferita era completamente guarita. Già negli anni ’60 la famosa antropologa Jane Goodall osservò che gli scimpanzé consumavano piante medicinali apparentemente per scopi terapeutici. Tuttavia, l’uso topico delle piante per curare le ferite è stato osservato raramente nelle grandi scimmie, raramente in modo così dettagliato, e mai per piante le cui virtù terapeutiche erano note agli esseri umani. Queste osservazioni, oltre a evidenziare ancora una volta le somiglianze significative tra gli esseri umani e i nostri cugini Orango con cui condividiamo il   97 % del patrimonio genetico, fornisce spunti su come la medicina potrebbe essere nata agli albori dell’umanità. Ciò suggerisce anche che i comportamenti di automedicazione con le  piante esistessero nell’antenato comune che gli esseri umani condividevano con le grandi scimmie già milioni di anni fa. Ma una domanda rimane: dove ha frequentato Rakus la facoltà di medicina? Ha imparato questa tecnica dai suoi compagni oranghi, magari da sua madre, visto che gli oranghi hanno una grande capacità di apprendimento sociale? È difficile dirlo perché la regione di origine di Rakus è sconosciuta, poiché gli oranghi, una volta raggiunta la pubertà, si spostano molto, quindi non è chiaro se avesse relazioni con gli altri oranghi nella regione. Un’altra possibilità è che Rakus abbia scoperto accidentalmente questa tecnica toccando inconsapevolmente la sua ferita con la pianta, scoprendone così le proprietà curative. Rakus sarebbe allora come il Louis Pasteur o l’Alexander Fleming della giungla! Gli studi su questi praticanti medici, tuttavia, sono resi difficili dalla deforestazione che distrugge l’habitat naturale dei nostri lontani cugini. Ora a Sumatra sono rimasti solo circa 14.000 oranghi e la foresta equatoriale rischia di diventare un deserto medico.

 

 

 

 

 

Fonte : Laumer, I.B., Rahman, A., Rahmaeti, T. et al. Active self-treatment of a facial wound with a biologically active plant by a male Sumatran orangutan. Sci Rep 14, 8932 (2024). https://doi.org/10.1038/s41598-024-58988-7