Febbraio 2024 SPIGOLATURE A cura di Livio carati
Lo scorso mese di Dicembre Dubai è stata al centro del mondo per aver ospitato la Cop28, ovvero la 28ma Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. I 198 Paesi partecipanti, tra cui l’Italia, hanno discusso delle soluzioni da adottare per salvaguardare il pianeta dall’inquinamento e di conseguenza dai cambiamenti climatici. Dopo due settimane di intensi negoziati, alla fine è stata trovata l’intesa che prevede una serie di impegni per ridurre le emissioni di gas serra. Quello di quest’anno é stato uno degli incontri internazionali più importanti al mondo, soprattutto in questo particolare periodo storico dove è necessario fare qualcosa e agire subito per risolvere l’annosa questione dell’inquinamento e della dipendenza dai combustibili fossili, in particolare per cercare di accelerare quanto era stato già deciso dall’accordo di Parigi del 2015 che punta a limitare entro il 2100 l’aumento della temperatura globale a 1,5°C. Tre gli obiettivi in ballo: ridurre le emissioni di gas serra, adattarsi ai cambiamenti climatici e aumentare i finanziamenti.
Questi alcuni dei punti qualificanti contenuti nell’accordo preso :
- Addio alla dipendenza dai combustibili fossili entro il 2050
- Triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello globale
- Diminuire gradualmente l’energia prodotta dal carbone
- Accelerare lo sviluppo delle tecnologie a basse emissioni, tra cui le energie rinnovabili: solare, eolico, nucleare di nuova generazione, etc.
- Ridurre sostanzialmente le emissioni di anidride carbonica CO2 a livello globale.
Il punto più importante é che per la prima volta nell’accordo finale si nominano le vere cause delle emissioni responsabili del fenomeno: i combustibili fossili . Si afferma infatti che gradualmente si dovrà uscire dal uso dei combustibili fossili e mettere fine all’uso del petrolio, gas e carbone. Nel frattempo la realtà dei fenomeni climatici procede implacabile. Il 2023 é stato l’anno con le maggiori emissioni di sempre e con la temperatura media del pianeta più alta nella storia della climatologia . Il fenomeno si è accompagnato a siccità e incendi, colpendo l’Africa, l’Asia, il Nord America e l’Europa. Secondo gli esperti, si sta assistendo a una crescente tropicalizzazione del clima europeo, con effetti su tutti i Paesi occidentali, compresa l’Italia. Queste sono solo alcune delle tante conseguenze del cambiamento climatico su cui gli scienziati di tutto il mondo stanno mantenendo un’attenzione costante. Infatti, con l’elevato calore dell’atmosfera si surriscaldano anche le acque marine che a loro volta, riscaldano nuovamente l’ambiente in un vero e proprio circolo vizioso. A questo proposito gli esperti parlano di “collasso climatico“. Con questa espressione si fa riferimento all’ininterrotto e progressivo aumentare degli eventi atmosferici estremi, con incendi boschivi, siccità e scioglimento dei ghiacciai, ma anche fenomeni temporaleschi molto violenti e del tutto improvvisi. Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) le attività umane, l’inquinamento e i cambiamenti climatici in atto minacciano la nostra salute e l’ambiente in cui viviamo e sono all’origine della perdita della Biodiversità. Con questo termine gli scienziati definiscono la varietà e la variabilità degli organismi viventi presenti sulla terra . La Biodiversità e gli ecosistemi hanno funzioni importanti: assicurano aria pulita , acqua potabile, terreni di buona qualità e impollinazione delle specie vegetali essenziali alla loro riproduzione, mentre i batteri e altri organismi scompongono la materia organica in nutrienti che forniscono alle piante un terreno fertile in cui crescer. Per fare fronte ai bisogni alimentari e di beni essenziali della popolazione mondiale in continua crescita, si é assistito all’aumento della produzione agricola alimentare, all’industrializzazione di aree tradizionalmente dedicate all’agricoltura e all’urbanizzazione favorita dalla migrazione verso le città e al conseguente aumento dell’inquinamento e della salute dell’ambiente. per queste ragioni negli ultimi decenni é aumentata la produzione di cibo a più basso costo e di scarso valore nutrizionale che da un lato ha contribuito a peggiorare il quadro generale di sfruttamento e degrado ambientale e dall’altro ha aumentato il rischio di insorgenza di malnutrizione (in eccesso e in difetto ) e malattie soprattutto nei soggetti più vulnerabili, bambini, anziani e affetti da malattie croniche. Considerato questo contesto, risulta importante riconoscere i segnali di allarme che il nostro pianeta ci sta inviando ed intervenire tempestivamente per mitigarli con un approccio sistemico che consideri il benessere dell’uomo, ma anche quello del pianeta in cui vive.