Maggio 2021 SPIGOLATURE A cura di Livio Carati
La popolazione italiana, ormai da molti anni, continua a invecchiare. Sarebbe una buona notizia, ma bisogna sottolineare alcuni aspetti di questo invecchiamento. La percentuale dei soggetti anziani rispetto al totale della popolazione è alta non solo perché è aumentata la durata di vita, ma anche a causa della diminuzione della natalità. Di fronte ai circa 600.000 morti all’anno, in epoca pre-Covid-19, abbiamo solo circa 430.000 nascite. Si tratta di una differenza che aumenta la percentuale dei soggetti anziani rispetto alla popolazione più giovane. Inoltre l’Italia è piazzata in ottima posizione per quanto riguarda l’attesa di vita alla nascita, circa 81 anni per i maschi e 85 anni per le femmine, ma se si considera la durata di vita “sana” scendiamo considerevolmente nella graduatoria, con la conseguenza che gli anziani per parecchi anni sono affetti da una o più patologie con una qualità di vita non ideale. Come se ne può uscire? In molti modi, ma sarà difficile ottenere risultati significativi senza una grande rivoluzione culturale. Occorre ribaltare l’attuale concezione della medicina polarizzata sulla cura delle malattie e recuperare invece una parola ormai obsoleta: prevenzione. In altre parole, la presenza di una malattia dovrebbe essere considerata un fallimento della medicina perché la maggioranza delle malattie, soprattutto quelle croniche, è evitabile. I risultati della ricerca scientifica indicano che più del 50 percento delle malattie croniche è evitabile, come pure almeno il 70 percento dei tumori. Questi risultati possono essere ottenuti attraverso i cosiddetti “buoni stili di vita”. Tutti abbiamo un’idea di cosa siano, ma poi li trascuriamo rinviandoli al lunedì! L’alimentazione varia e moderata per evitare sovrappeso e obesità è una condizione fondamentale; deve iniziare nell’infanzia e proseguire nel tempo se vogliamo evitare malattie croniche quali diabete, insufficienza cardiaca, respiratoria e renale. L’esercizio fisico è un altro importante aspetto che induce una migliore stabilità motoria, un maggiore equilibrio e una prevenzione delle cadute e delle fratture. L’esercizio intellettuale, le relazioni sociali e il sonno hanno ripercussioni dirette sulle capacità cognitive per evitarne il deterioramento caratteristico degli anziani. Come pure alcol, tabacco, sostanze d’abuso riducono la durata di vita non solo attraverso gli effetti cancerogeni, ma anche per le azioni sul sistema cardiocircolatorio e respiratorio. Infine, forse è la condizione socioeconomica il fattore più importante per la salute. La povertà è una condizione che non aiuta ad avere una buona salute e un sano stile di vita. La realizzazione di un buono stile di vita non è solo un problema medico, è un obiettivo che deve coinvolgere tutta la società e, innanzitutto, la scuola, che deve con la famiglia operare per disseminare questo tipo di cultura. In realtà la prevenzione ha un conflitto di interessi con il “mercato” della medicina. Basti pensare che se tutti smettessero di fumare si dovrebbe chiudere la maggioranza dei reparti di chirurgia toracica, se tutti seguissero buone abitudini di vita le industrie farmaceutiche e dei dispositivi medici dovrebbero ridimensionare la loro attività. Per contro, dai buoni comportamenti dipende la sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale che, con le stesse risorse economiche, potrebbe diventare più efficiente. In conclusione la prevenzione, per essere attuata richiede un grande cambiamento di cultura a tutti i livelli deve fare in modo che ogni cittadino, proclamando il diritto alla salute, non dimentichi il dovere di mantenerla nell’interesse personale e di tutta la collettività.