Ottobre 2020 Spigolature a cura di Livio Carati
Come avevo anticipato nell’articolo di Settembre di questa rubrica , pur senza dimenticare i temi legati all’emergenza che stiamo ancora vivendo tra mille timori e domande , è ora di dedicare questo spazio anche ad altre riflessioni legate all’attualità e alla realtà nella quale continuiamo ad essere ogni giorno immersi. Faremo perciò alcune considerazioni sulla stagione che è appena iniziata : l’Autunno.
Autunno: è tempo di cambio di stagione, non solo nell’armadio!
Basta il giallo dorato di un tiglio nel giardino del nostro condominio o il rosso carminio di una vite americana che abbraccia una vecchia cascina fuori porta : è arrivato il momento dell’anno in cui la natura stupisce anche i più distratti o indifferenti. Per noi che viviamo ai margini della grande città , lo spettacolo diventa ancora più sorprendente per la tavolozza di colori e i loro accostamenti. L’Autunno ci sorprende sempre con l’intensità cromatica di una fiamma. Nel susseguirsi ininterrotto delle stagioni questo fuoco, raggiunto il culmine si spegnerà poi lentamente in cenere. Quanto abbiamo sperimentato come potenza del calore estivo, culminata nella maturazione dei frutti che ora cogliamo, tra poco tornerà nel suolo, come suggerisce la caduta delle foglie, a custodire i semi di un successivo ciclo ; e sarà inverno, nel silenzio di una quiete solo apparente della natura . In questa fase di passaggio, accordarsi con il respiro della Terra implica per il nostro organismo un cambiamento profondo, che lo coinvolge radicalmente e che, conformemente al differente ritmo di vita , richiede un adattamento e una modifica delle abitudini consolidate nella stagione appena trascorsa. E’ una transizione che a molti , ancor più per la condizione di insicurezza , quando non di paura, che stiamo vivendo, risulta problematica e pregiudica la partecipazione a quel sentimento di compiuta e appagante pienezza propria dell’Autunno. Questa particolare condizione del corpo e dello spirito, se ce ne fosse bisogno, ci conferma che, a dispetto della crescente urbanizzazione, siamo connessi con la Natura e i suoi ritmi più di quanto crediamo. Da tempo l’antica visione di un micro e un macrocosmo, Noi e la Natura intorno a noi, che s’interfacciano reciprocamente , trova conferme scientifiche nelle moderne acquisizioni della fisiologia . In questo quadro , ciò che chiamiamo vita si caratterizza come un processo sostenuto da continui scambi di informazioni con l’ambiente che ci circonda. Il loro insieme disegna una vasta rete di relazioni che supera i confini del singolo individuo ; non solo coinvolge i vari distretti del corpo umano e ne armonizza l’attività, ma permette anche alla totalità dell’organismo di rapportarsi con l’ambiente circostante rispondendo alle sue sollecitazioni. Altro elemento distintivo della vita è la ciclicità. Il ritmo più evidente sul nostro pianeta è quello circadiano dell’alternanza del giorno e della notte, ma ne esistono di infinitamente più piccoli e più ampi, come le stagioni : vegetali e animali vi si adeguano secondo le norme proprie della specie di appartenenza. Analogamente l’attività del nostro corpo è scandita da ritmi respiratori, cardiaci, cerebrali, metabolici…. Possiamo immaginarli regolati da molti orologi, i cui meccanismi hanno ruote dentate che, muovendosi, s’intersecano le une con le altre , animando un più complesso congegno , l’Uomo , a sua volta sensibile al variare di fattori esterni al sistema. Allo stesso modo l’organismo umano coordina e adegua alle sollecitazioni dell’ambiente le funzioni di cellule, tessuti , organi e apparati, mediate dalla fluttuazione di parametri nervosi, endocrini e immunitari. Questo è anche la base della nuova disciplina medico-scientifica definita PNEI, cioè Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia ,che si occupa delle connessioni tra attitudini psico-emotive, sistema nervoso, sistema endocrino e sistema immunitario. In conclusione, tornando alle nostre riflessioni , al sopraggiungere della stagione autunnale , quando le giornate iniziano ad accorciarsi e diminuisce la luce, i nostri ritmi circadiani subiscono una ulteriore modificazione ; a ciò si aggiunge la progressiva variazione dei parametri climatici, come la temperatura, l’umidità, la pressione atmosferica, fattori che impongono un corrispondente adattamento del nostro organismo. Ne può derivare una corrispondente crisi di passaggio, segnata da disagi fisici e psicologici. Imparare a gestire questa “crisi” ci darà nuove risorse e stimoli per affrontare meglio e con più “forza vitale” le stagioni successive e le varie fasi della vita più in generale.
Livio Carati